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lunedì 23 marzo 2009

Quando un romanzo non appartiene ad un solo popolo

Il mondo di Chiquinho
di Igiaba Scego
da www.nigrizia.it

Ho assistito al matrimonio di un popolo con la sua letteratura. E ho scoperto un gran romanzo capoverdiano, immerso nella morabeza.
La domenica, da un po’ di tempo a questa parte, invece di oziare come un fantasma dentro casa, rigorosamente in ciabatte e sguardo afflitto (o, come alternativa, andare a qualche pranzone di quelli noiosi e pedanti), vado alle presentazioni di libri. In qualche modo, non mi allontano molto dal mio mondo: scrivo libri, leggo libri, recensisco libri, cerco libri, vado matta per i libri e temo (ormai ne ho la certezza) di essere una libri-dipendente.
Quindi, la domenica, invece di andare in crisi di astinenza, cerco la mia passione con una foga maggiore rispetto a quella che mi prende nei giorni feriali.
In una di queste scorribande domenicali, m’è capitato di conoscere Chiquinho. È un bambino-ragazzo. È furbo, ingenuo, riccio, nero. Ha tante storie nella testa e tanti sogni nel cuore. In lui ci sono anche confusione, rabbia e smarrimento. Ha occhi grandi e membra agili. Allo stesso tempo, però, mi sembra stanco e, anche se giovanissimo, un po’ vecchio. Cammina come uno zoppo, ma poi riesce a correre più veloce del vento.
Ci mostra mondi il piccolo Chiquinho, e in questi mondi ci sono fantasmi, sirene, eroi, cavalieri, primi amori, ultimi amori, la nascita di una coscienza e di una lotta. Ci mostra anche la fame e le contraddizioni, la vita e la morte. Il tutto, immerso in quella "quieta agitazione" che i capoverdiani chiamano morabeza. Sento la morna (un ritmo capoverdiano) accompagnare questo piccolo grande uomo, la morna che ci dà pace e sentimento.
Quello che mi colpisce di più è il modo di ridere di Chiquinho. Attraverso il suo riso, egli insegna. E, alla fine, ti fa piangere e ridere insieme. Se lo incontri, ti cambia la vita.
Naturalmente Chiquinho è un romanzo (Edizioni Lavoro, 2008). È il romanzo di una generazione, di un popolo, di un progetto, di un tragitto. Mi chiedo se l’autore, Baltasar Lopes, fosse pienamente consapevole di quello che stava creando. Anche i più fini scrittori non s’immaginano il futuro della propria opera.
Ma forse Baltasar l’aveva quantomeno intuita. Infatti, Chiquinho non è solo un personaggio, ma anche uno stile di vita, una storia che può essere quella di tutti.
Ero andata all’ambasciata brasiliana, dove si presentava questa opera della letteratura capoverdiana, senza aspettarmi nulla. Non conoscevo né l’autore né l’opera. Ero senza aspettative: solo curiosa. C’era la Capo Verde romana al gran completo a festeggiare l’uscita della traduzione italiana del libro. L’orgoglio di un’intera nazione, racchiuso negli occhi di donne e bambini.
Ho tanti amici capoverdiani e li ho visti schierati al gran completo. C’erano Maria De Lourdes Jesus, Dulce Araujo, Jorge Canifa Alves.
E poi c’erano tanti amici di Capo Verde: da Anna Fresu a Francesca Vitalini, passando dallo speaker filosofo di radio Vaticana, Filomeno Lopes, e il traduttore italiano, Vincenzo Branca, visibilmente emozionato. Tutti a festeggiare un libro.
L’atmosfera mi ha ricordato le feste aroos somale, quando la sposa è portata nella casa dello sposo. Il matrimonio che si festeggiava era quella di un popolo con la sua letteratura.
È stato bellissimo partecipare a un pomeriggio così letterario. Non mi capitava da tempo. Grazie, amici capoverdiani. Grazie di cuore.

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Cooperazione internazionale

2005-2006:

Con la F.A.I (Fondo aiuti internazionali), Svizzera – ristrutturazione di 10 case per famiglie disagiate nella capitale capoverdiana, Praia. La realizzazione di questo progetto ha visto scendere in campo per la prima volta Tabanka onlus che ha potuto contare sul lavoro congiunto degli assessori del Comune di Praia. Le sinergie tra le parti ha portato alla realizzazione del progetto in meno di dodici mesi sotto la sorveglianza tecnica di un socio della onlus già presente sul territorio.

2006:

Con L’ISTITUTO DELLE COMUNITA’ a Capo Verde e il PROVINCIA DI ASCOLI PICENO - realizzazione di 2 progetti: laboratorio del cucito in S. TOME’ e PRINCIPE la costruzione di un pozzo d’acqua in Angola. I due progetti realizzati fuori da Capo Verde ha potuto contare comunque sull’aiuto di una struttura governativa capoverdiana come lo è l’ISTITUTO DELLE COMUNITA’ (IC) e sul Provincia di Ascoli Piceno. I due progetti sono stati indirizzati ad aree con un’alta percentuale di povertà e con una consistente presenza della diaspora capoverdiana.

2008:

Con la PROVINCIA DI VITERBO – realizzazione di 100 servizi sanitari per Praia. In un discorso di ammodernamento urbanistico, sociale e sanitario della Capitale, l’allora sindaco Filisberto Vieira chiedeva alle varie associazioni della diaspora un contributo economico da impiegarsi nelle varie famiglie con maggiori difficoltà economiche della capitale. Tabanka ha potuto contare sulla Provincia di Viterbo per la realizzazione del progetto.

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