"di Jorge Canifa Alves"
In data odierna si è tenuto, presso l'ambasciata del Capo Verde a Roma, l'incontro con i rappresentanti della comunità capoverdiana in Italia per organizzare una Campagna di aiuti in favore dell'Abruzzo, messa in ginocchio dal terribile terremoto dei giorni passati. L'ambasciatore di Capo Verde in Italia, Josè Eduardo Barbosa, ha aperto l'incontro illustrando il quadro critico che si presenta in questi giorni ai nostri occhi e mettendo l'accento sul fatto che debba essere immediata l'azione di soccorso da mettere in atto a sostegno della popolazione colpita dal sisma dei giorni precedenti. La situazione difficile dell'Italia centrale di questi giorni, vive di quella stessa criticità che l'arcipelago vive da secoli a causa delle catastrofi naturali: siccità e eruzioni vulcaniche. "Ma non è alla situazione della nostra terra natia che dobbiamo guardare, " afferma l'Ambasciatore "ma a quella della terra in cui noi attualmente viviamo, alla terra, alla nazione in cui noi oggi viviamo. Poichè noi oggi facciamo parte di questa nazione, dobbiamo essere molto solidali con lei che ci appartiene nel bene e nel male. Le istituzioni politiche capoverdiane hanno già espresso il loro dolore per questa drammatica situazione, al primo ministro italiano e al Presidente della Repubbli Giorgio Napolitano. Gli stessi organi di informazione hanno trattato con molto rispetto l'argometo. L'ambasciatore si è soffermato sulla questione: cosa possiamo fare noi residenti sul territorio, poichè se è vero che Capo Verde come stato non può fare niente, come esplicitamente richiesto dal capo del governo italiano, la situazione cambia per quanto riguarda noi che viviamo qui, e che per questo abbiamo il dovere morale e civile di cercare di poter aiutare queste persone! Questa sua affermazione trova tutti i rappresentanti delle varie associazioni d'accordo, in quanto alcuni si erano già attivati individualmente, ma si sente la necessità di operare come gruppo, come collettivo per poter sostenere con più efficacia queste popolazioni che in un solo attimo hanno perso tutto. Quindi è seguita una breve discussione sulla necessità di attivarsi il prima possibile, sensibilizzando la nostra gente attraverso i nostri organi di stampa, volantini, blog etc. etc.. I rappresentanti sono arrivati alla conclusione che sarebbe meglio non inviare generi alimentari o di primo soccorso, ma pensare ad un fondo economico da rimpinguare attraverso serate musicali, teatrali e quant'altro per devolvere poi in un'unica soluzione agli organi amministrativi del territorio. Il tempo che il gruppo si è dato per la raccolta è di un mese dopodichè si tratterà di contattare chi di dovere per la consegna dei beni raccolti. In ultimo l'attenzione è stata rivolta ai quattro capoverdiani che vivendo sul territorio terremotato vivono in diretta, in prima persona il dolore degli abruzzesi. La forza che unisce le persone nel bisogno e nel dolore va oltre ogni limite e confine e porta le genti a scoprire il lato umano di ciascuno di noi, quello stesso che spesso si perde in questa società moderna a causa dell'individualismo di ciascuno di noi. Ma è qui, in queste situazioni che l'uomo si scopre animale sociale che deve vivere nel collettivo; è qui che si scopre che l'unica cosa che conta è sorreggersi a vicenda per superare le avversità comuni. Quel poco che i capoverdiani potranno fare lo faranno con il cuore in mano, intanto il messaggio che lanciano ai fratelli italiani è quel motto che porta i figli dell'arcipelago a non mollare mai, ad andare avanti sempre anche nelle peggiori situazioni: "Coragem Irmãos", Forza Fratelli!
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